In occasione della ricorrenza della Giornata della vita consacrata che si celebrerà il 2 Febbraio, festa della presentazione di Gesù al Tempio, durante la messa con la comunità parrocchiale abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di quattro suore in rappresentanza delle congregazioni religiose presenti nel nostro territorio: Suor Francesca, cottolenghina; Suor Alina, minima di N. S. del Suffragio; suor Lucia, vincenziana, ed infine suor Liliana, Figlia della Sapienza.
La loro testimonianza gioiosa ci ha fatto comprendere meglio l’importanza della varietà dei carismi che lo Spirito Santo effonde in mezzo a noi: come ci ha ricordato sr. Lucia, il mondo non è monocromatico, ci sono molte missioni perchè alla chiamata di Dio, al suo “vieni” corrisponde un “vai, mettiti in cammino”.
Ma cosa significa essere “consacrati”? Continua sr. Lucia: non siamo perfetti. Siamo come tutti, incoerenti, contraddittori, peccatori, ma vogliamo camminare sotto lo sguardo di Gesù. La vocazione religiosa ha sempre una dimensione ecclesiale, non è fine a se stessa ma è una chiamata ad andare verso gli altri … come Gesù, non ha voluto stare da solo, si è fatto una comunità. Con pazienza, amore, dedizione ha cercato di formarla al dialogo, alla relazione. Noi, oggi, con Lui, dobbiamo continuare a costruire comunità di vita fraterna in cui ciascuno abbia il suo posto... Siamo in cammino per rafforzare la nostra fede, per costruire comunione, per condividere affanni e ferite, per essere vicini agli ultimi e a chi si trova in difficoltà. Siamo tutti fragili ma tutti siamo chiamati a remare insieme per essere uno nella fraternità.
In che modo si arriva a comprendere “la chiamata”? In tutte e tre le testimonianze è emerso chiaramente come Dio chiami nell’ordinarietà della vita quotidiana che improvvisamente diventa
straordinaria! Per suor Francesca è stata questa: come tutti i giovani anch’io avevo amici e amiche, dopo la scuola secondaria ho trovato lavoro per cui, ero felice... Una domenica sera, mentre osservavo dalla finestra di casa il cielo molto stellato ripensai sempre di più a Dio, a ciò che aveva fatto per l’umanità e in particolare anche per la mia famiglia. Incominciò a crescere in me il desiderio di donarmi a Lui, farmi suora per aiutare molte altre persone perché così potevo realizzare quello che disse Gesù: “tutto ciò che fate al più piccolo, lo fate a me”. Dopo un periodo di studi e di formazione professionale mi chiesero se mi sentivo di andare in missione, per cui accettai e partii per l’Africa…. fu impegnativo imparare la lingua ma con il linguaggio dell’amore ci si può intendere subito e le esperienze fatte sono state tante… Mentre facevo questi servizi mi accorgevo che non solo ero contenta io, servivo Gesù, ma rendevo felici anche i poveri.
Anche per Sr. Alina, che ha lasciato famiglia e fidanzato e si è trasferita a cinquecento chilometri da casa per andare a lavorare in una fabbrica di taglio e cucito, tutto è cominciato nel pomeriggio di un giorno come tanti altri, dopo il lavoro… perchè proprio quel pomeriggio era destinato ad essere quello decisivo per la mia vita…. Quel pomeriggio verso le sei dopo una lunga sosta in preghiera davanti a Gesù Eucaristia, ho sentito dentro una luce e una gioia senza precedenti… ero felice di una felicità insolita… tutto in quel momento era avvolto di una luce nuova. Accolto l’invito di Gesù, la mia vita ha assunto un nuovo significato: la preghiera, la condivisione, la missione: tutto vissuto nella prospettiva di Dio che mi chiedeva semplicemente di fidarmi di Lui.
Verrebbe da dire: sembra tutto facile, basta rispondere “Si” alla chiamata! E invece... continua Sr. Alina: il cammino è lungo, come d’altronde il cammino di tutti coloro che si impegnano a vivere sul serio i valori evangelici, un cammino per niente facile, anzi tortuoso e talvolta quasi impercorribile ma sicuro perchè certa della presenza del buon Pastore che mi chiede di lasciarmi guidare solo da Lui.
Ma allora perché dedicare la propria vita in maniera così “esclusiva”? Sembrerebbe quasi anacronistico, al giorno d’oggi isolarsi in un convento per una ragazza che voglia realizzarsi sia come donna sia dal punto di vista “professionale”. Invece dalle testimonianze è emerso chiaramente che anche la vita consacrata può essere altrettanto feconda nel dono di sè, essenziale per qualsiasi persona (sr. Francesca); nel desiderio di portare molto frutto (Sr. Alina); nell’aiutarsi a vicenda e, sostenendoci, sognare insieme per valicare le frontiere dell’incomunicabilità ed essere evangelicamente attrattivi e generativi nella carità (sr. Lucia).
Infine, ma non ultimo, fondamentale e decisivo per tutti i carismi è stato e rimane il dialogo nella preghiera costante a Dio: con Sr. Liliana abbiamo pregato affinché lo Spirito Santo continui ad illuminare il Papa e tutti i sacerdoti nel guidare con passione e competenza la comunità cristiana; perché i consacrati offrano una testimonianza fedele attraverso l’offerta del loro lavoro, del loro carisma e della loro amicizia al servizio di chi soffre o si trova in difficoltà; perché tutti possiamo rendere grazie al Signore e magnificarlo per i doni che elargisce a tutti; perché tutti sappiamo sperimentare la presenza di Dio che ci cerca dove siamo, ci ama come siamo e con pazienza accompagna il cammino affinché di ciascuno di noi, ogni giorno prenda il largo dietro a Lui.