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La Chiesa fu progettata e costruita tra il 1867 e il 1869 dal cav. ing. Simonetta di Rivoli che trasse ispirazione dallo schema planimetrico della chiesa di S. Andrea della Valle in Roma su pianta a croce latina che ospita una vasta navata centrale fiancheggiata da otto cappelle laterali.
Entrando in chiesa e percorrendo la navata laterale sinistra incontriamo la prima cappella: modellata sul battistero del duomo di Vercelli, ospita l'altare che incorpora due vasche battesimali in rame, ed è sormontato da un dipinto murale che riproduce il Battesimo di Gesù del Verrocchio.
Risaltano le pregiate statue lignee che rappresentano Maria e l’apostolo Giovanni ai piedi della Croce: il trittico, mirabile opera di uno scultore tirolese, è racchiuso tra due colonne marmoree dalle linee essenziali che mettono in risalto la drammaticità dell’evento rappresentato.
L’altare in fine stile barocco in marmi policromi e colonne, fu trasposto verso il 1870 dalla Chiesa della Consolata durante i lavori di rifacimento della medesima ed è sovrastato dalla pregiata pala del Morgari raffigurante l’apparizione del S. Cuore a S. Margherita Alacocque.
Il lato sinistro del transetto ospita all’interno di una grande balaustra in pietra l’altare ligneo - proveniente dalla ex Certosa di Collegno - in stile barocco dedicato a S. Giuseppe, come si può vedere raffigurato nella grande pala che lo sovrasta e che lo ritrae mentre veglia sulla famiglia umana.
Nell'ampia volta a botte si trovano due riquadri con affreschi di Giuditta e di Ester due donne narrate nella Bibbia come emblemi di Giustizia e Mediazione. Ai lati dei riquadri troviamo i simboli: Spada e bilancia, incenso e scettro. Sulle colonne una frase tratta dalle Bucoliche di Virgilio.
Imponente, in sobrio e austero stile ionico in marmo bianco di Carrara ospita manufatti dell’arte lignea settecentesca a foglia oro con lo stemma della Consolata, candelabri a torre e carteglorie recanti le parole della Consacrazione e il testo dl Prologo dell’evangelista Giovanni.
All’interno della cupola trompe l’oeil risalta una vetrata circolare in cui è raffigurata la Madonna regina, con il bambino che tiene in mano il mondo sormontato dalla croce. Ad essa fanno da cornice tredici personaggi e quattro coppie di angeli in emblematica esultanza dai quattro punti cardinali.
L’ampia volta dell’abside reca i riquadri del sacrificio di Abele, del sacrificio di Caino e del sacrificio di Isacco accostati ad un sacrificio pagano a un dio ignoto. Al centro della parete emiciclica campeggia la statua dell’Immacolata, che tiene in braccio un fascio di gigli e ne offre uno ai fedeli, opera del Caccia.
L'altare è sormontato da una grande e pregiata pala del Gamba, raffigurante i due santi: proviene dall'insigne chiesa di San Filippo Neri in Torino. Entrambi si erano dedicati all’accoglienza ed all’istruzione cristiana ed alla promozione sociale della gioventù più disagiata del tempo.
È l'altare più povero di materiali ma non senza ambizione nello stile e nelle forme. È ornato con una tela in cui uno stuolo di Figlie di Maria venera la santa Vergine; in essa è visibile una parrocchiana, fondatrice delle Figlie di Maria in Torino e S. Donato, morta in concetto di santità.
È la più ricca. È la trasposizione di una pregiata cappella funeraria gentilizia. L’altare è ad intarsio, in variegati marmi policromi, sormontato da un pregevole affresco in cui S. Giuseppe offre al vescovo Donato la pianta della chiesa appena costruita nel borgo a lui dedicato.
All’interno della cappella dedicata a S. Donato, sul lato sinistro, è stata posta una targa recante i nomi dei sacerdoti che con grande passione e dedizione, si sono succeduti alla guida della comunità lungo il corso degli oltre 160 anni di storia.
In materiali poveri, ma ben congegnati, è sormontato da ampia pala raffigurante S. Anna con genuflessi i santi vescovi Macario di Gerusalemme e Carlo Borromeo. Fu donato dalle operaie cattoliche in onore della loro patrona.
Nella imponente volta a botte con tre vele per parte emerge il grande ovale centrale raffigurante la lotta del male contro il bene ed il trionfo della virtù sul vizio. Contornato da sei vele all’interno delle quali si evidenziano sei medaglioni.
Sulle lunette della volta, a sinistra si evidenziano i tre medaglioni con i sei vizi: OTIUM (ramo appassito di quercia con ghiande); SUPERBIA (pavone); VANITAS (specchio); DIVITIAE (scrigno); LICENTIA (giogo); GULA (frutta e bevande)
Sull’imposta della volta, a destra si trovano: OBEDIENTIA: il palo che sostiene la vite; PRUDENTIA: lafanciulla con la lampada accesa; POENITENTIA: il roveto imprigionato ed infine ORATIO: fanciulla in preghiera.
Le colonne riportano quattro titoli mariani dalle litanie:
Turris davidica = Fortezza del re Davide
Janua coeli = Porta del cielo
Maris stella = Stella del mare
Foederis arca = Arca dell’alleanza
Di notevole effetto, il grande rosone ad emiciclo, con vetri decorati, reca una corona di 13 angeli che proclamano l'Ave Maria. La vetrata costituisce una raggiera allo Spirito Santo, rappresentato dalla colomba nella parte centrale.
La facciata neogoticheggiante, opera dell'ing. Enrico Ruffoni, fu inaugurata dal cardinal Richelmy nel 1906. Purtroppo la mancanza di fondi costrinse a ricorrere a materiali non sempre adeguati all'ambizioso progetto. È stata restaurata nel corso del 2022.
Credits
Testi: Mons. Giuseppe Trucco
Voce narrante: Prof. Bruno Barberis
Organista: M° Roberto Bertero
- J.S. Bach, Preludio e Fuga in Sol maggiore BWV 550
- W. Amadeus Mozart, Andante KV 467
Progettazione e grafica: Parrocchia Immacolata Concezione e San Donato © 2022