La responsabilità di comunicare e testimoniare la fede alle nuove generazioni ha il suo soggetto nell’intera comunità cristiana: questa consapevolezza richiede un forte investimento sulla formazione e l’accompagnamento degli adulti, a partire da quanti già partecipano alla vita ecclesiale. Compito prioritario della Chiesa, del resto, rimane la riscrittura della proposta cristiana nelle coscienze delle persone e nel loro vissuto. Una comunità che sia ambiente educante per la fede, inoltre, non può che essere animata da una catechesi adulta anche quanto ai contenuti, nell’attenzione a plasmare in ogni età credenti capaci di rendere ragione della speranza che li anima: può dirsi adulto soltanto chi è capace di restituire quanto ha ricevuto, assicurando la continuità tra le generazioni e la vitalità della stessa comunità. (M. Semeraro, presentazione del Documento “INCONTRIAMO GESÙ: ORIENTAMENTI PER L’ANNUNCIO E LA CATECHESI IN ITALIA”, Giugno 2014)
«Ma voi chi dite che io sia?». La domanda di Gesù ai suoi discepoli raggiunge, dopo duemila anni, ciascuno di noi e pretende una risposta vissuta. Una risposta che non si trova nei libri come una formula ma nell’esperienza di chi segue davvero Gesù, con l’aiuto di un «grande lavoratore», lo Spirito Santo.
È questo il profilo del discepolo delineato da Papa Francesco ed è questo il mandato che Gesù ci ha affidato: di far conoscere in modo sempre più approfondito e personale il suo messaggio, per integrarlo nella nostra vita e rendere conto della speranza che è in noi (1Pt3,15). È questo il compito della Catechesi per ogni Comunità dove si accoglie, si celebra e si testimonia.
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