Il presepe e le tradizioni cristiane

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O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo.

Nascosto in una grotta, tra mille personaggi, pecore e pastori, accanto a Maria e Giuseppe, scaldato da un bue ed un asinello, giace in una mangiatoia Gesù Bambino, vera luce del mondo, come recita la Colletta della notte di Natale.
E gli angeli sopra alla grotta che annunciano: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama".
Ed ancora sterminati altri personaggi, raffigurazione dei vari mestieri, e l'acqua ed una miriade di stelle, a volte anche qualche audace stella cometa, tanto muschio verde.
E poi ancora i Magi, sapienti che da lontano vengono ad adorare il Signore portando doni.
È un tempo allargato, quello del presepe: il tempo dell'attesa, il tempo della nascita, il tempo dell'epifania, della manifestazione del Signore.

Il presepe guarda all'uomo, dopo il "vigilare" del Tempo di Avvento, finalmente arriva la "vera luce del mondo", il "Verbo fatto carne". Sì, carne, umano, come noi: Dio ha scelto di farsi uomo per portare a compimento la salvezza.

La tradizione attribuisce l'invenzione del presepe a San Francesco, che nel 1223, celebrò con l'eucaristia sopra una mangiatoia, il Natale all'eremo di Greccio, per vedere con gli occhi del corpo, l'umanità di Gesù: solo dopo la sua morte, l'avvenimento del Natale a Greccio fu replicato, fintanto che divenne segno della cultura e della fede. (cfr. fraticappuccini.it).

"Francesco era un uomo molto concreto e per lui era molto importante l'Incarnazione, ossia il fatto che il Signore fosse incontrabile mediante segni e gesti, prima di tutto i Sacramenti. La celebrazione di Greccio si colloca proprio in questo contesto." (Padre Pietro Messa)

Tutti i presepi, nella loro semplicità, ci invitano a guardare a Gesù, il protagonista del Natale!
Quelli nelle chiese, quelli grandi nelle piazze, ma anche quelli che per tradizione, si allestiscono nelle case. Il presepe è per tutti, credenti e non: è un modo per rivivere, in un pezzetto di casa per trenta giorni circa, quella “storia” successa tanto tempo fa. Anche chi non è credente o praticante ed allestisce il presepe, in qualche modo si emoziona, (e la cosa bella è che ognuno lo vive a modo suo): anche questo, credo, sia una modalità per guardare a Gesù, nel realismo e nella concretezza della vita di ogni giorno, proprio come i pastori con le pecore, o il pescatore, il fabbro o il panettiere.

Il presepe è dunque un annuncio senza parole, è un luogo avvolgente, accogliente e parlante, di testimonianza e di evangelizzazione allo stesso tempo: nello stupore dei bambini e dei grandi che ne osservano i colori, le luci, i personaggi, traspare il mistero.
Il presepe tocca, con il suo senso antropologico e raffigurativo, il profondo del nostro animo, e dona ai nostri occhi di contemplare il mistero del Bambino Gesù, Salvatore del mondo.

Riscoprire il presepe nella nostra epoca digitale, può essere certamente un modo per mettere meglio a fuoco la nostra fede nella vita di tutti i giorni, sfruttando la sua dimensione umana per comunicare la relazione con Dio: concretamente si può pensare di coinvolgere i gruppi della parrocchia nella sua preparazione, o i bambini della catechesi dell'iniziazione.

La "storia" del Natale è sempre la stessa, ma i presepi sono tutti diversi.. questo fa pensare molto, no?

 

Puoi visitare il Presepio della Parrocchia nell'atrio della Cappella Feriale, entrando in chiesa a destra in fondo.

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