Vorrei iniziare con la risposta alla domanda: “Ma si canta e si suona durante il Tempo di Quaresima?”.
Alcuni ricorderanno le indicazioni fornite dall’Istruzione sulla Musica Sacra del 1958 circa l’uso degli strumenti musicali, ove si specifica che gli strumenti musicali si limitino a sostenere il canto. Più precisamente la musica liturgica, intesa come insieme dell’organo, delle voci e degli strumenti, costituisce una parte integrante dell’azione liturgica, obiettivo e fine di ogni schola cantorum.
Il Repertorio Nazionale rafforza questo concetto, ponendo l’attenzione sugli interventi cantati affinché siano sempre “elemento integrante e autentico dell’azione liturgica”, consigliando nella definizione di un repertorio lo sguardo alla “verità dei contenuti”, alla “qualità dell’azione linguistica e della composizione musicale” e alla “cantabilità effettiva per una assemblea media”.
Allora, con le debite premesse, possiamo iniziare a riflettere assieme sui canti nel Tempo di Quaresima.
Ricordiamo che questo tempo forte ci prepara alla gioia della Risurrezione, e lo fa anche per mezzo di un linguaggio simbolico-celebrativo che crea spazio: non si canta più l’Inno di Gloria, e si sostituisce il Canto al Vangelo nella forma propriamente alleuiatica virando verso la forma della lode a Cristo. In questo modo, omettendo, si comunica, sin subito all’inizio della Quaresima, che qualcosa è cambiato rispetto alle solite domeniche: il clima si fa più riflessivo e di preparazione, si crea lo spazio per esplodere di gioia nella Veglia Pasquale.
Un suggerimento ovvio è quello di valorizzare il canto dell’Atto Penitenziale, con le varie forme previste dal Repertorio Diocesano, magari concentrandosi – potrebbe essere da provare – sulle forme dialogiche tra un solista (che potrebbe essere il celebrante o un cantore), ad esempio: Buon Pastore che conosci le tue pecorelle (208 CdP) o su ritornelli magari non così conosciuti (cito ad esempio: Cristo Gesù, Figlio di Dio, pietà di noi! (212 CdP) da eseguire dopo un tropo letto, o con i versetti previsti.
Mi permetto di suggerire tra i canti di ingresso alcune proposte, che guardino i criteri su esposti, da adattare a seconda della tipologia delle nostre assemblee: il classico Apri le tue braccia (490 CdP) è un canto certamente cantabile, ma vi consiglio anche di provare Dono di grazia (493 CdP), come suggerito anche dal sito diocesano: questo canto contiene nel ritornello la litania Kyrie eleison, conferendo quindi con questa litania la funzione penitenziale alla celebrazione fin dall’inizio della stessa. Potrebbe essere interessante la proposta de Il Signore è la mia salvezza, tratto dal repertorio del Rinnovamento nello Spirito: è un canto che funziona, particolarmente orecchiabile, adatto e cantabile.
Tra i canti adatti per la comunione vi invito a curiosare nel sito diocesano dove si propone Non di solo pane vive l’uomo di Marco Frisina, che pone l’attenzione sulla dimensione quaresimale dell’ascolto della Parola di Dio (Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che viene da Dio. Ti ha nutrito di manna nel deserto, il tuo Signore!)
Per le domeniche che precedono Le Palme, potrebbe essere interessante Nostra gloria è la Croce di Cristo (n° 116 RN), che ci invita a meditare sul mistero della nostra salvezza iniziato sulla croce e compiuto nella risurrezione.
Come suggerimento per un canto finale (che come sapete non è previsto dal Rito), potrebbe essere proprio l’occasione propizia per non farlo e congedare l’assemblea in silenzio.
Buona Quaresima e buon canto!