Dio sceglie Maria come madre del Suo Figlio, perché su di lei ha posato il suo sguardo d'amore. Entrando in chiesa attraverso la porta che richiama il nostro battesimo, e quest'anno anche il Giubileo, ognuno di noi può sentire su di sé lo sguardo di amore misericordioso di Dio: “ci ha bene-detti… ci ha scelti… ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (Ef 1,3-6.11-12).
Questa è ve-ramente una bella notizia: siamo cristiani prima di tutto proprio perché crediamo all'amore di Dio.
Mai come oggi gli uomini dovrebbero convincersi che questo amore per Dio è assolutamente necessario, proprio come ne era convinta Maria che all'angelo ha detto il suo sì.
Bisogna ritornare a Dio se vogliamo essere più uomini. Siamo poveri di umanità perché siamo poveri di Dio…
Il primo annuncio fatto da Gesù quando ha iniziato da adulto la sua predicazione è stato: Convertitevi e credete al Vangelo.
A Dio non interessano soltanto le persone brave e oneste. Anzi, “Vangelo” significa esatta-mente il contrario: Dio si interessa di chi è più lontano, di chi è più solo, amareggiato, di chi si sente abbandonato, perduto, triste, sfiduciato, privo di un avvenire.
Dio offre la sua amicizia soprattutto a coloro che soffrono nella loro vita nel corpo e nello spirito.
All'origine della fede c'è un Dio che viene incontro ad ogni uomo per amore.
Presto celebreremo il S. Natale che per noi cristiani altro non è che Gesù, il Figlio di Dio ha trovato “casa”, la “casa vivente” che è Maria, la quale ci assicura che Dio è con noi sempre, ci accompagna, non siamo mai soli.
Ma chiediamoci, possiamo vivere la fede da soli?
Non dimentichiamo che la fede ci viene donata attraverso una comunità credente: “Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rito del Battesimo).
La nostra fede è veramente personale, solo se è anche comunitaria. In chiesa, il luogo della fede, il luogo della trasmissione della fede, il luogo in cui incontriamo Cristo morto e risorto, in cui viviamo in comunione con gli altri fratelli e sorelle di fede.. la Messa che celebriamo… tutto ci fa pensare che relegare la fede nella sfera del privato contraddice quella fede ricevuta nel battesimo, dono personale, ma anche ecclesiale che fin dall'inizio è stato testimoniato.
È con questi sentimenti che Vi auguro il più caloroso Buon Natale!
Don Enzo