La risurrezione di Gesù ci coglie di sorpresa, proprio come è accaduto alle donne e agli apostoli che hanno udito l’annuncio che Cristo è risorto. Le prime ad accorrere al sepolcro e trovarlo vuoto furono infatti le donne, sono stati Pietro e Giovanni, non tutti gli apostoli.
Sul piano umano il sepolcro è segno di sconfitta: attorno al sepolcro ci sono smarrimento e paura.
Anche nel nostro tempo facciamo l’esperienza del sepolcro vuoto: l’uomo pensa di aver eliminato Dio dalla sua vita e di essere più libero, ma mai come adesso si presentano drammaticamente alcune povertà:
• la mancanza di ideali: quanti, anche adolescenti, sono lasciati soli, non vengono più negli ambienti di chiesa, ma nessuno li segue e li accompagna nell’affrontare la vita; molti giovani arrivano alla droga, alla violen-za, perché per loro la vita ha perso il suo significato, appare priva di prospettive future…
Come sarebbe bello se riuscissimo a rivalutare il nostro compito di educatori, capaci di ascolto e di testimoniare il valore della vita come dono capace di aprirsi al mondo e agli altri!
• L’individualismo, la chiusura in se stessi: quando l’unica legge che predomina è quella del successo, del piacere, del potere, si diventa sempre più incapaci di accogliere gli altri come portatori di ricchezza, di dono, di amore, di giustizia, di pace e di verità. Incapaci di vedere che il nostro pianeta sta morendo e tutti possiamo salvarlo..
Come sarebbe bello se vedessimo l’altro come un fratello con cui camminare in sintonia, per sostenerci a vicenda e lottare insieme per salvaguardare la vita e i doni del creato!
• L’indifferenza: purtroppo, in molti casi, è il nostro cuore che è vuoto: dobbiamo prenderne atto. Quante famiglie soffrono a causa della situazione difficile del momento; tanti poveri soffrono per la solitudine e l’abban-dono! E noi? Che cosa facciamo?
Come sarebbe bello se riuscissimo a regalare parte del nostro tempo per alleviare tante solitudini! Basta poco: disponibilità all’ascolto, un sorriso, poche parole, ma una presenza che dice “io ci sono, conta su di me”!
Nel mondo in cui viviamo c’è uno scontro continuo fra la morte, la vita e la speranza.
Le continue immagini delle vittime della guerra, della violenza inaudita, spesso su bambini, donne e persone indifese, sono immagini che “urlano” e ci rimandano al vero senso della Pasqua: su quale nemico si è chinato Cristo salendo sulla croce e quale nemico ha sfidato!
La Pasqua, quindi, non può essere solo una gentile, bella, tradizionale festa di primavera: è martirio, morte, notte del sabato e Risurrezione.
In queste domeniche risuonerà sempre l’annuncio di Pasqua: ”Cristo, nostra speranza, è risorto!”
Che fare per essere testimoni di speranza?
“Nessuno vi tolga la speranza dal vostro cuore, quella speranza che solo Cristo può darvi. Gesù è in mezzo a noi: non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili… e ce ne sono tanti…
E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da Angelo tante volte e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo mondo…”
(Papa Francesco)
Con le parole di Papa Francesco rivolgo a tutti voi auguri più sinceri di Buona Pasqua e il Signore conceda a tutti la Sua pace.
don Enzo